Il sole delle cinque scavava ancora piccole tracce di salsedine sulla pelle, mentre scompariva lentamente dietro l'isolotto. Disteso, la testa leggermente sollevata, scrutavo dal mare il mare, una tavola da biliardo i cui birilli erano i gavitelli dell'Avamposto. Una di quelle rare giornate di mare che solo giugno ti regala e che ti capitano di rado, forse una o due volte all'anno, frutto di un concatenarsi di eventi favorevoli: il mare piatto ma trasparente, l'assenza di meduse in mare, una temperatura calda ma non eccessivamente afosa e infine, dulcis in fundo, poche, pochissime barche intorno, in quel lunedì di inizio giugno. Mentre gustavo la solitudine del mare scrutando davanti a me, schermato dalle lenti da sole, riflettevo su quello che il mare nascondeva, e in particolare pensavo a quell'aereo tedesco, il Junkers-52 inabissatosi un giorno dell'estate del 42 nello specchio del mare di Barcarello. Tracce lasciate dall'uomo che si sovrappongono ad altre, sin dall'alba della sua esistenza; resti di navi affondate, sbattute contro quello che era l'istmo dell'isolotto, successivamente spazzato via dai marosi per far posto allo stretto corridoio di mare che oggi esalta il paesaggio di Isola. Ma, più recentemente, telefonini abbandonati per una distratta apnea dei loro proprietari, o peggio lenze, reti dimenticate o volutamente tagliate da pescatori rapaci!
Quanta violenza ricevuta e procurata! Sempre coerentemente però con la mutevolezza del carattere di cui, in quel preciso momento, godevo solo della parte più placida e rilassante che tuttavia prevede nel suo repertorio anche manifestazioni meno docili per il navigante. Il rapido mutare degli eventi atmosferici con repentine burrasche , il sollevarsi improvviso di venti avversi, le mareggiate inattese dai più ma saggiamente previste dai meno.
Quella giornata di giugno mi invitava a cogliere il momento propizio, ad essere sempre pronto e ricettivo, quando è giusto essere il protagonista di eventi non usuali, difficilmente ripetibili, ma in ogni caso ricercati, quasi agognati per tutta una stagione. Non è giusto distrarsi perchè le occasioni il mare non te le concede facilmente ma, al contrario, la loro reiterazione è difficile, se non casuale e contingente. Tali momenti invece hanno qualcosa di magico e valgono il biglietto di una stagione intera, una prima al teatro che non ti è consentito perdere, che non devi permettere che altri ti raccontino perchè va vissuta in prima persona.
Quella giornata di giugno mi invitava a cogliere il momento propizio, ad essere sempre pronto e ricettivo, quando è giusto essere il protagonista di eventi non usuali, difficilmente ripetibili, ma in ogni caso ricercati, quasi agognati per tutta una stagione. Non è giusto distrarsi perchè le occasioni il mare non te le concede facilmente ma, al contrario, la loro reiterazione è difficile, se non casuale e contingente. Tali momenti invece hanno qualcosa di magico e valgono il biglietto di una stagione intera, una prima al teatro che non ti è consentito perdere, che non devi permettere che altri ti raccontino perchè va vissuta in prima persona.
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