domenica 23 agosto 2009

Pantelleria 1


L'Isolotto dalla mia barca


La formica

Chi va per mare, soprattutto i sub che "operano" nella zona di Palermo, conoscono certamente lo scoglio della Formica, una sorta di isolotto affiorante che si trova vicino la costa prospiciente Porticello, a un miglio circa dalla costa.
Poco prima di ferragosto, invitato dal mio amico GL (quello dalla nuova barca così grande ma così grande che l'ultima Costa Crociere gli serve come barca d'appoggio, giusto per andare a terra) ci siamo recati colà con mogli e annessi .
Il mare all'andata era talmente piatto che, per arrivare a destinazione ci sono voluti circa 35 minuti, partendo da Mondello.
Per consentire un attracco corretto, essendo la zona protetta e segnalata da boe, ci siamo legati alla cima sistemata alla bisogna, con dietro e davanti a noi altre barche collegate, come un piccolo trenino, avendo posto la nostra prua in direzione est, circa .
Il bagno è stato notevole, nonostante la corrente ci sospingesse verso terra, per cui bisognava spendere qualche energia per riuscire a raggiungere lo scoglio, mentre al ritorno eravamo dolcemente sospinti dal mare verso la barca.
Tanti pesci attorno a noi che, come spesso accade in situazioni simili, "attiriamo" con i soliti cracker sbriciolati da alcuni di noi dal bordo della barca mentre altri, a mollo, osservano con occhialini o maschere il volteggiare dei nostri intorno al cibo e a noi stessi. Una sorta di acquario gigante.
Dopo ampia colazione a bordo e relativo secondo bagno ecco che alle 13 circa, all'improvviso, si è sollevato un vento di maestrale abbastanza forte che, nel breve volgere di qualche minuto, ha costretto tutte le barche a roteare sino a che le nostre prue, si sono disposte controvento in direzione nord-ovest con circa 120 gradi di rotazione.
Il mare, come per un cattivo sortilegio, cominciava ad agitarsi e comprendiamo che non valeva la pena di continuare a restare lì, in questo imitati da quasi tutto il resto della compagnia.
Dopo un breve ulteriore bagno a Sant'Elia, difesi da capo Zafferano, abbiamo deciso di ritornare a casa. Erano circa le ore 16.00. Appena girato la punta del capo, con il mare aperto del golfo di Palermo davanti a noi, ci siamo resi conto che l'idillio della mattina era finito. Il mare si è prospettato bruttino obbligandoci ad una navigazione alquanto difficoltosa, con le nostre signore, relegate a poppa e che, insieme a noi, si sono "assuppate" nel vero senso della parola, parecchie secchiate di acqua che il mare ci ha così generosamente offerto, senza però farci pagare un solo centesimo.
Tanto per farvi capire, il ritorno è durato quasi due ore a fronte dei 40 minuti dell'andata, con una Saver di 7m e20 e un motore di 350 cavalli!
Stanchi e bagnati abbiamo raggiunto il porticciolo di Mondello poco prima delle 18 con i teli da mare che si è dovuto strizzare come se fossero appena usciti dalla lavatrice.
Vorrei aggiungere una morale a questa storia ma mi astengo dal farlo un pò per lasciarla dedurre a voi. Solo una considerazione personale. Andando in giro per mare quest'estate, ho visto sempre più intorno a me una torma di capitani Acab che solcano i mari vicino Palermo ostentando la sicurezza di chi abbia doppiato varie volte il Capo di Buona Speranza. Sono soprattutto conduttori di gommoni (così mi piace definirli, un pò come i conducenti delle carrozze che sfilano a Palermo in estate e che lasciano per terra le scie puzzolenti degli escrementi dei loro cavalli). Forse ho qualche prevenzione in merito, ma il conduttore di gommoni è sempre particolarmente tascio (con le dovute eccezioni, naturalmente); ha sempre la necessità di farsi vedere e in modo vistoso, sfrecciando anche là dove sarebbe indispensabile passare al minimo dei giri. Si, il gommonista ha sempre fretta. Fateci un pò caso quando vi succede di andare per mare; vedrete in giro una flotta di gommoni ipermotorizzati che sfrecciano da una parete all'altra, condotti per lo più, da maschi con bandana di un età inferiore ai quaranta, con musica sparata a paletta, di solito la stessa musica che viene diffusa generosamente all'interno di quelle auto, per lo più rosse, condotte dalla stessa tipologia di personaggi , con la sola differenza dell'abbilgiamento (esclusa la bandana che anche l'autista predilige, insieme alla sua visibilissima collanina d'oro).
Mi sono sempre chiesto: ma dove cazzo vanno tutti questi gommoni? Come se i loro possessori amassero passare la loro giornata a trasferirsi da una parte all'altra del Mare Nostrum. Ma se lo godranno mai questo benedetto mare?
Un piccolo consiglio: diamoci una calmata e soprattutto cerchiamo di essere un pò più umili perchè, per quanto le barche e i gommoni siano lunghi e dotati di motori potentissimi, il mare è sempre più grande e, alla fine, comanda sempre lui.

lunedì 17 agosto 2009

L'importanza di praticare bene le lingue

Alcune sere fa mi sono ritrovato per caso all'inaugurazione della famosissima Festa della Provincia di Palermo, che ha avuto luogo alla Villa Filippina di Palermo. L'inizio era stato fissato per le ore 20e 30 solo che alle ore 21 e 15 ancora nessun movimento, se non da parte dei titolari dei "panchitieddi" che stavano allestendo gli stand con i prodotti tipici locali.
Alle ore 21 e 30 circa comincio a percepire un movimento all'interno del gruppo di persone che sostavano davanti l'ingresso della Villa medesima. Sì, la grande star era arrivata: il presidente della provincia di Palermo finalmente si era fatto vedere. Non appena entrato un codazzo di persone a farglisi incontro e lui a dispensare sorrisi a destra a manca conditi con i soliti baci alla "Totò" (D.O.C.); una via di mezzo tra il papa e Berlusconi.
La domanda nasce spontanea: ma cu cazzo è? Praticamente nessuno mischiato con niente. Ma questo nessuno smuove un codazzo di lecchini pronti a dare il meglio di se.
E poi dicono che a Palermo le lingue sono poco praticare. Provare per credere.

Città vuota

Da parecchi anni mi capita di passare il ferragosto a Palermo, per scelta e per necessità.
Al posto mio molti si rammaricherebbero per non poter trovarsi in un qualsiasi luogo di villeggiateura. Penso invece che passare il ferragosto nella mia città abbia sicuramente qualche aspetto significativo. Mi riferisco in particolare alla possibilità di rivedere la città da un pun
to di vista differente, riappropriandosi di spazi che oramai durante tutto il corso dell'anno sono decisamente smarriti anche e soprattutto a causa del traffico cittadino che finisce per cancellare o quanto meno sbiadire l'impatto che la città ha su di noi.
Ritrovandomi nella strada dove ho abitato per 27 anni l'ho ritrovata quasi del tutto priva di auto parcheggiate, così come me la ricordavo quando ero giovane.
Con tutta onestà non provo nessun rammarico per quanto mi sono perso. Immagino quale alternativa avrei potuto avere: un concentrato di persone, animali, cose, odori, rumori, umori e chi più ne ha più ne metta, in qualche località di cosiddetta villeggiatura nella quale se facevi cadere uno spillo avevi buone possibilità che questi non riuscisse a toccare il suolo.
E non chiamatemi snob per favore.