Quando ero piccolo, mia madre mi parlava del fascismo e mi diceva che tutta la gente era fascista, così naturalmente, senza pensarci. Allora non riuscivo a capire come fosse possibile che tutto un popolo (o quasi) riuscisse ad osannare in questo modo un ometto che, affanciandosi dal balcone di piazza Venezia, inanellava tutta una serie di paroloni facendo riferimento a patria, onore, famiglia, riuscendo così a trascinare la folla. Tanto più che, anche se non esisteva la televisione ed i giornali e la radio erano controllati dal governo, tutti sapevano che quello che diceva Mussolini non era certo il vangelo. E tutti sapevano anche che il suo stile di vita non corrispondeva a quanto andava predicando dal balcone.
Allora mi sembrava impossibile. Ora ho capito, vista la condizione che viviamo oggi, molto simile ad allora. Anche oggi, come allora, abbiamo un altro ometto che non usa più i balconi ma qualsiasi rialzo su cui salire (vedi il predellino dell'auto o tribune varie) per monopolizzare l'attenzione della gente, mentendo spudoratamente sulla maggior parte delle cose che dice e avendo accanto a se tutta una serie di portavoce che ripetono in coro, buoni buoni, quello che il capo ha detto, senza avere alcuna idea personale (d'altronde sono pagati per non avere idee).
E noi ci beviamo tutto da bravi boccaloni! E il comportamento del capo è sempre tollerato e giustificato, anche se nel privato fa l'opposto di quello che dice.
Allora ho capito che il problema è nostro, sta dentro di noi, nella nostra cultura, nella nostra superficialità da un lato e nella nostra stupidità dall'altro, nell'aver bisogno dell'uomo forte che in qualsiasi situaziione ci dica "Ci penso io" continuando a credergli anche quando, in modo evidente, è tutto un bluff.
Siamo noi il problema non lui. Lui è solo figlio della nostra incapacità.
Allora mi sembrava impossibile. Ora ho capito, vista la condizione che viviamo oggi, molto simile ad allora. Anche oggi, come allora, abbiamo un altro ometto che non usa più i balconi ma qualsiasi rialzo su cui salire (vedi il predellino dell'auto o tribune varie) per monopolizzare l'attenzione della gente, mentendo spudoratamente sulla maggior parte delle cose che dice e avendo accanto a se tutta una serie di portavoce che ripetono in coro, buoni buoni, quello che il capo ha detto, senza avere alcuna idea personale (d'altronde sono pagati per non avere idee).
E noi ci beviamo tutto da bravi boccaloni! E il comportamento del capo è sempre tollerato e giustificato, anche se nel privato fa l'opposto di quello che dice.
Allora ho capito che il problema è nostro, sta dentro di noi, nella nostra cultura, nella nostra superficialità da un lato e nella nostra stupidità dall'altro, nell'aver bisogno dell'uomo forte che in qualsiasi situaziione ci dica "Ci penso io" continuando a credergli anche quando, in modo evidente, è tutto un bluff.
Siamo noi il problema non lui. Lui è solo figlio della nostra incapacità.
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