Andare per mare mi ha insegnato tanto in questi tre anni che vedo la riva da fuori.
Il mare non è nè cattivo nè buono. Il mare è, in quanto esiste, ed ha un suo movimento, una sua vita, un’andatura che è meglio conoscere.
Andare per mare è come andare sulla terra. La presenza dell’uomo ha purtroppo inquinato e degradato molto dell'ambiente naturale. I cretini non sfrecciano solo sui SUV ma anche su grandi gommoni acquistati e spesso svenduti dopo qualche anno di futili manfrine.
Andare per mare mi ha insegnato che non sempre la strada diritta che porta da A a B è sempre la più sicura, tutt’altro. Dipende soprattutto da lui, dal mare. Non penso mai di poterlo piegare perché è troppo più forte di me. Bisogna solo assecondarlo e allora ti può portare lontano.
Andare per mare mi ha insegnato anche a rinunciare al mare. Quando non si può non si deve. Molte gite al porticciolo sono state vane, anche se, recentemente, riconosco sempre più le condizioni avverse solo affacciandomi dal balcone di casa mia.
Andare per mare mi ha insegnato anche ad ascoltare il vento, a leggere il cielo, perché anche loro ti aiutano ad anticipare e prevedere i suoi movimenti.
Quando vedi alta la schiuma delle onde contro gli scogli di Acapulco, all’Addaura, allora non è cosa di uscire. Troppo pericoloso. Il percorso più sicuro da prendere è quello di stare accucciato in porto ad aspettare, lasciandoti annacare, prendendo il sole e magari facendo il bagno tra un gommone ed un Boston-Vyler.
Andare per mare è come andare sulla terra. La presenza dell’uomo ha purtroppo inquinato e degradato molto dell'ambiente naturale. I cretini non sfrecciano solo sui SUV ma anche su grandi gommoni acquistati e spesso svenduti dopo qualche anno di futili manfrine.
Andare per mare mi ha insegnato che non sempre la strada diritta che porta da A a B è sempre la più sicura, tutt’altro. Dipende soprattutto da lui, dal mare. Non penso mai di poterlo piegare perché è troppo più forte di me. Bisogna solo assecondarlo e allora ti può portare lontano.
Andare per mare mi ha insegnato anche a rinunciare al mare. Quando non si può non si deve. Molte gite al porticciolo sono state vane, anche se, recentemente, riconosco sempre più le condizioni avverse solo affacciandomi dal balcone di casa mia.
Andare per mare mi ha insegnato anche ad ascoltare il vento, a leggere il cielo, perché anche loro ti aiutano ad anticipare e prevedere i suoi movimenti.
Quando vedi alta la schiuma delle onde contro gli scogli di Acapulco, all’Addaura, allora non è cosa di uscire. Troppo pericoloso. Il percorso più sicuro da prendere è quello di stare accucciato in porto ad aspettare, lasciandoti annacare, prendendo il sole e magari facendo il bagno tra un gommone ed un Boston-Vyler.
7 commenti:
"....e magari facendo il bagno tra un gommone ed un Boston-Vyler."
meduse permettendo! :)
Se dovessi fare il bagno adesso sarebbero le meduse a doversi preoccupare di me. Ho tanto di quell'acido in corpo....
Io,invece lascio la scia di veleno....andiamo al mare?
Meglio di no, mi avveleni i pesci. Io però oggi sono meno acido e più rassegnato e continuo a andare avanti ma se cammino x la strada evito i calarmi per raccogliere qualcosa x terra. non si sa mai...
Come diciamo al lavoro...bisogna girare con il para cetrioli...perchè anche quando non ti pieghi arriva qualcosa....
avete in ditta un paracetrioli griffato? Se si credo che fareste affari d'oro in questo momento
ecco un'idea per diventare miliardari!
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