Vorrei concludere l'anno parlando di metafisica, di trascendenza, di argomenti eterei che si collocano su piani elevati della speculazione umana. Voglio quindi volare in alto e librarmi al di sopra delle piccole bassezze di questa grama umanità.
Ho riflettuto a lungo ed ho pensato che proprio oggi che siamo alla vigilia di un nuovo anno, presi dagli affanni del vivere quotidiano, è opportuno spendere qualche attimo di riflessione su argomenti etici, morali, che abbiano come unico obiettivo il miglioramento della nostra condizione interiore e che siano scevri da qualsiasi interesse per la precarietà del nostro vivere quotidiano.
E' per questo che ho pensato a lui: ad un elemento che non entra quasi mai a far parte (almeno per quanto mi riguarda) del nostro vissuto quotidiano ma che dovrebbe perchè nella sua duplicità accoglie in sè parte del mistero dell'umanità. Cosa sarebbe la nostra vita senza di lui che nasconde all'interno di sè una dolcezza infinita del fare, che ti sconvolge rendendoti più buono anche in quelle fredde mattinate in cui il morale è giù e non vorresti nemmeno affrontare il mondo che ti appare avverso.
Ma al di là della sua interiorità, non si può non parlare che bene del suo modo di offrirsi agli altri sempre disponibile, accogliente, morbido, nel suo proporsi a tutti con la solita benevolenza e altruismo. Godiamo insieme di un ottimo cartoccio fritto con ricotta, spolverato con zucchero che appoggiato mollemente su un vassoio di pasticceria, lascia fuoriuscire pigramente da entrambi i suoi orifizi (marrazzianamente parlando) quella splendida entità fluidamente cremosa e densa della crema di ricotta.
Poveri miseri mortali, ricordate i testi sacri! "In principium creavit deus cartoccium cum ricotta"
Ho riflettuto a lungo ed ho pensato che proprio oggi che siamo alla vigilia di un nuovo anno, presi dagli affanni del vivere quotidiano, è opportuno spendere qualche attimo di riflessione su argomenti etici, morali, che abbiano come unico obiettivo il miglioramento della nostra condizione interiore e che siano scevri da qualsiasi interesse per la precarietà del nostro vivere quotidiano.
E' per questo che ho pensato a lui: ad un elemento che non entra quasi mai a far parte (almeno per quanto mi riguarda) del nostro vissuto quotidiano ma che dovrebbe perchè nella sua duplicità accoglie in sè parte del mistero dell'umanità. Cosa sarebbe la nostra vita senza di lui che nasconde all'interno di sè una dolcezza infinita del fare, che ti sconvolge rendendoti più buono anche in quelle fredde mattinate in cui il morale è giù e non vorresti nemmeno affrontare il mondo che ti appare avverso.
Ma al di là della sua interiorità, non si può non parlare che bene del suo modo di offrirsi agli altri sempre disponibile, accogliente, morbido, nel suo proporsi a tutti con la solita benevolenza e altruismo. Godiamo insieme di un ottimo cartoccio fritto con ricotta, spolverato con zucchero che appoggiato mollemente su un vassoio di pasticceria, lascia fuoriuscire pigramente da entrambi i suoi orifizi (marrazzianamente parlando) quella splendida entità fluidamente cremosa e densa della crema di ricotta.
Poveri miseri mortali, ricordate i testi sacri! "In principium creavit deus cartoccium cum ricotta"