"Il bambino sta male, il bambino sta male!"
Lascia tutto in asso, compresa pentola sul fuoco, afferra il primo soprabito che indossa sul gremhbiule, scende di corsa le scale dal 12° piano rischiando varie volte di cadere perchè calza le ciabatte, rischia di travolgere il portiere uscendo.
"Il bambino sta male, il bambino sta male!!"
Prende l'automezzo, riesce a stento a non arrotare nell'ordine vecchietta su strisce pedonali, giovane donna che spinge carrozzella con bambino, bicicletta con giovane studente, corteo funebre.
"Il bambino sta male, il bambino sta male!!!"
Arriva davanti la scuola lascia l'automezzo con lo sportello aperto, il motore acceso, sale le scale a quattro alla volta.
"Il bambino sta male, il bambino sta male!!!!"
In realtà trattasi del "bambino" Manuel Badalamenti di anni 18 iscritto per la terza volta alla prima classe della scuola superiore ("i prufissuri ci l'anno cu iddu, mischino"), dimensioni 100 cm di altezza 120 di larghezza e 50 di profondità, stazza esattamente uguale al traghetto per Ustica .
Il "bambino" giace inerte la testa poggiata sul banco, seduto sulle sue due solite sedie (una non ce la fa a contenerlo).
"U picciriddu" è stato gentilmente depositato la mattina stessa dalla madre con apposito automezzo (un carro attrezzi comprato di seconda mano dall'ACI) alle ore 8.15 in anticipo di 15 minuti sul solito ritardo visto che, more solito, si è susuto alle ore 7 e 35, al terzo cato d'acqua svacantato sulla faccia da parte della madre, avendo appena 4 ore di sonno sulle spalle per aver giocato sino alle tre e mezza con la "pleistescion" (durante la prima mezzora a computer spento i pollici di Manuel continuavano a roteare da soli come la coda di una lucertola quando la si taglia). Depositato in fretta e furia dalla madre non ha avuto nemmeno il tempo ("mischino") di fare colazione (d'altro canto ci vorrebbe almeno un'ora abbondante per fargliela fare) anche se la signora regolarmente provvede alla bisogna "farcendo" il suo zainetto con soliti diminutivi (mottini, arancini, cioccolatini, panini, crostini) e vezzeggiativi (pizzette, sfincionelli, panelle, cazzille) che lo stesso comincia ad "azzannare" di nascosto dai prof a partire dalle ore 8 e 30, giusto dopo essersi acculacchiato sulle sue due comode sedioline. D'altro canto la madre è costretta a riempirgli lo zainetto di queste prelibatezze. Una sola volta che se lo scordò successe il finimondo in quanto il povero Manuel alle ore 8 e 27 aveva già abbondantemente azzannato il compagno di banco scambiandolo per una Girella Motta.
Durante la ricreazione, poi, il povero Manuel non sa dire di no a due panini con panelle e a uno con la meusa che il panellaro della scuola (che verifica il raggiungimento della giusta temperatura dell'olio di frittura sputandoci dentro per vedere se fa le bolle) smercia con grande successo. Il tutto annafffffffiato da due ottimi bicchieri di cioccolata della macchinetta.
Ora la mappazza giace ostinatamente in fondo al suo stomaco e non ne vuole sapere di andare avanti anche se qualche movimento lo fa e i compagni e la prof se ne sono accorti subito (come mai tutte le finestre sono aperte anche se fuori fa molto freddo?)
Si pone però adesso un problema: come si fa ora a farlo arrivare all'automezzo, visto che il braccio della gru del carro attrezzi non arriva sino al primo piano? Semplice lo si fa rotolare sino a piano terra dalle scale protetto dalle sue numerose ruote di scorta naturali.
Davanti scuola la mammina lo carica col suo amorevole braccio meccanico sul mezzo per avviarsi verso casa. Davanti l'ingresso di casa però dovrà stare molto attenta. L'ultima volta, siccome il povero Manuel era vestito di grigio e lei lo aveva lasciato solo per provvedere al posteggio del mezzo, lo aveva ritrovato urlante e piangente preso sottobraccio (uno a destra e l'altro a sinistra) da spazzini dell'Amia che visto le sue dimensioni lo avevano scambiato per una cassonetto. I due inoltre erano molto incazzati:
"Minchia tutti i cassonetti senza ruote a nuatri ni capitano?"
Lascia tutto in asso, compresa pentola sul fuoco, afferra il primo soprabito che indossa sul gremhbiule, scende di corsa le scale dal 12° piano rischiando varie volte di cadere perchè calza le ciabatte, rischia di travolgere il portiere uscendo.
"Il bambino sta male, il bambino sta male!!"
Prende l'automezzo, riesce a stento a non arrotare nell'ordine vecchietta su strisce pedonali, giovane donna che spinge carrozzella con bambino, bicicletta con giovane studente, corteo funebre.
"Il bambino sta male, il bambino sta male!!!"
Arriva davanti la scuola lascia l'automezzo con lo sportello aperto, il motore acceso, sale le scale a quattro alla volta.
"Il bambino sta male, il bambino sta male!!!!"
In realtà trattasi del "bambino" Manuel Badalamenti di anni 18 iscritto per la terza volta alla prima classe della scuola superiore ("i prufissuri ci l'anno cu iddu, mischino"), dimensioni 100 cm di altezza 120 di larghezza e 50 di profondità, stazza esattamente uguale al traghetto per Ustica .
Il "bambino" giace inerte la testa poggiata sul banco, seduto sulle sue due solite sedie (una non ce la fa a contenerlo).
"U picciriddu" è stato gentilmente depositato la mattina stessa dalla madre con apposito automezzo (un carro attrezzi comprato di seconda mano dall'ACI) alle ore 8.15 in anticipo di 15 minuti sul solito ritardo visto che, more solito, si è susuto alle ore 7 e 35, al terzo cato d'acqua svacantato sulla faccia da parte della madre, avendo appena 4 ore di sonno sulle spalle per aver giocato sino alle tre e mezza con la "pleistescion" (durante la prima mezzora a computer spento i pollici di Manuel continuavano a roteare da soli come la coda di una lucertola quando la si taglia). Depositato in fretta e furia dalla madre non ha avuto nemmeno il tempo ("mischino") di fare colazione (d'altro canto ci vorrebbe almeno un'ora abbondante per fargliela fare) anche se la signora regolarmente provvede alla bisogna "farcendo" il suo zainetto con soliti diminutivi (mottini, arancini, cioccolatini, panini, crostini) e vezzeggiativi (pizzette, sfincionelli, panelle, cazzille) che lo stesso comincia ad "azzannare" di nascosto dai prof a partire dalle ore 8 e 30, giusto dopo essersi acculacchiato sulle sue due comode sedioline. D'altro canto la madre è costretta a riempirgli lo zainetto di queste prelibatezze. Una sola volta che se lo scordò successe il finimondo in quanto il povero Manuel alle ore 8 e 27 aveva già abbondantemente azzannato il compagno di banco scambiandolo per una Girella Motta.
Durante la ricreazione, poi, il povero Manuel non sa dire di no a due panini con panelle e a uno con la meusa che il panellaro della scuola (che verifica il raggiungimento della giusta temperatura dell'olio di frittura sputandoci dentro per vedere se fa le bolle) smercia con grande successo. Il tutto annafffffffiato da due ottimi bicchieri di cioccolata della macchinetta.
Ora la mappazza giace ostinatamente in fondo al suo stomaco e non ne vuole sapere di andare avanti anche se qualche movimento lo fa e i compagni e la prof se ne sono accorti subito (come mai tutte le finestre sono aperte anche se fuori fa molto freddo?)
Si pone però adesso un problema: come si fa ora a farlo arrivare all'automezzo, visto che il braccio della gru del carro attrezzi non arriva sino al primo piano? Semplice lo si fa rotolare sino a piano terra dalle scale protetto dalle sue numerose ruote di scorta naturali.
Davanti scuola la mammina lo carica col suo amorevole braccio meccanico sul mezzo per avviarsi verso casa. Davanti l'ingresso di casa però dovrà stare molto attenta. L'ultima volta, siccome il povero Manuel era vestito di grigio e lei lo aveva lasciato solo per provvedere al posteggio del mezzo, lo aveva ritrovato urlante e piangente preso sottobraccio (uno a destra e l'altro a sinistra) da spazzini dell'Amia che visto le sue dimensioni lo avevano scambiato per una cassonetto. I due inoltre erano molto incazzati:
"Minchia tutti i cassonetti senza ruote a nuatri ni capitano?"
2 commenti:
Troppo forte Prof. ma allo stesso tempo molto triste! Mi rendo conto che i genitori di una volta, il cosiddetto vecchio stampo, non esistono più.
Oggi, pur di far tacere o mettere a bada i propri figli, gli si acconsente di tutto.
Si, i bambini di oggi sono sicuramente molto più svegli e furbi, ma che valori anno? Forse meglio prima, un pò stupidi ma con valori!!
Palesemente, è sempre meglio di un erba non farne tutto un fascio.
Un abbraccio.
Caro Francesco
il fatto è che i valori non ce li hanno i figli perchè i genitori se li sono scordati e anche perchè nella vita di oggi si pensa che la felicità sia legata solo al possesso delle cose per cui più cose hai meglio stai. Penso che sia più importante quanto meno cercare di stare con la gente comunicando, ascoltano e dando un pò di tempo di se agli altri, se si può.
Tu piuttosto che fai di bello nella vita? Tuo fratello? Fammi sapere
Posta un commento