Quando, a marzo del corrente anno sono giunti a Palermo i ragazzi di un liceo di Grenoble gemellati col nostro Istituto, tra i docenti accompagnatori vi era un diversamente abile che si muoveva in carrozzina. Dopo aver restituito la visita e aver preso atto di come a Grenoble i diversamente abili possano vivere un'esistenza autonoma dato che la città ha fatto molto per l'abattimento delle barriere architettoniche, mi sono lasciato andare alle solite critiche nei confronti della nostra città, secondo l'ovvio, trito, stantio copione che vede sempre il cittadino palermitano dedito al suo sport preferito che è quello di denigrare sistematicamente tutto quanto contraddistingue la nostra realtà cittadina, ritenendo sempre che gli altri, ovunque nel mondo, siano capaci di fare meglio di noi.
Quanto di più falso e sbagliato. Riflettendoci su, infatti, mi sono reso conto di quanto Palermo, nello specifico della disabilità, sia veramente all'avanguardia.
Ditemi quale città al mondo ha come primo cittadino un disabile? Credo, a questo proposito, che la nostra sia l'unica città che abbia fatto questa scelta radicale ed innovativa. Certamente per lui è stato più facile vincere due volte le elezioni in quanto, come ben sappiamo, il numero dei cittadini che si trovano nel sua stessa condizione e che risiedono in città è molto elevato. Si può dire un immenso, potenziale bacino di voti che, potendo liberamente scegliere, si è orientato verso la scelta più ovvia eleggendo il maggiore rappresentante delle minoranze (si dirà proprio così? Perchè mi gira in testa un altro vocabolo simile ma forse più appropriato; solo che in questo momento mi sfugge...)
Quanto di più falso e sbagliato. Riflettendoci su, infatti, mi sono reso conto di quanto Palermo, nello specifico della disabilità, sia veramente all'avanguardia.
Ditemi quale città al mondo ha come primo cittadino un disabile? Credo, a questo proposito, che la nostra sia l'unica città che abbia fatto questa scelta radicale ed innovativa. Certamente per lui è stato più facile vincere due volte le elezioni in quanto, come ben sappiamo, il numero dei cittadini che si trovano nel sua stessa condizione e che risiedono in città è molto elevato. Si può dire un immenso, potenziale bacino di voti che, potendo liberamente scegliere, si è orientato verso la scelta più ovvia eleggendo il maggiore rappresentante delle minoranze (si dirà proprio così? Perchè mi gira in testa un altro vocabolo simile ma forse più appropriato; solo che in questo momento mi sfugge...)
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