Viviamo momenti tristi, bui, angosciosi. Il futuro ci si prospetta nero e senza via di uscita.
Stiamo assistendo alla lenta ma inesorabile disgregazione di quei valori sui quali abbiamo costruito la nostra storia recente. La famiglia, il lavoro, l'amicizia, il rispetto degli altri, quei capisaldi che abbiamo finora condiviso, vengono quotidianamente attaccati e rimessi in discussione.
Anch'io, personalmente sento e percepisco il carico di questa progressiva sventura che si abbatte su di me e che mi scuote nel profondo; e mi sento particolarmente sconfortato anche dal fatto che è venuto meno il senso di solidorietà sociale che prima caratterizzava la nostra partecipazione alla vita sociale.
Proprio oggi un ulteriore e letale colpo è venuto ad abbattersi su di me, un colpo che potrei definire quasi mortale, perchè ha contribuito ad intaccare il senso di apparteneza alla mia comunità. In questi giorni di sconvolgimenti civili, di crisi economica, di perdita di posti di lavoro, di mancanza di sbocchi per le nuove generazioni che sempre più si affacciano al futuro avendo davanti un grosso punto interrogativo, in questo momento, dicevo, di totale mancanza di punti di riferimento, sono venuto a conoscenza di un fatto gravissimo che mi ha fatto sprofondare in una personale crisi dalla quale non intravvedo un prossimo positivo esito. Avevo progettato un futuro radioso per me, per la mia famiglia, che coinvolgeva implicitamente anche la piccola comunità legata al mio posto di lavoro. Un senso atroce di impotenza mi opprime oggi, alla luce di quanto appreso, ed esso finirà per condizionare pesantemente la mia, le nostre misere esistenze nell'immediato futuro, portendo dietro di se uno strascico di consequenze che ci perseguiterà per lungo tempo.
Come non capire come oggi, all'alba del terzo millennio, sia assolutamente indispensabile per la collettività poter programmare momenti di aggregazione umana nei quali investire proficuamente le proprie energie vitali? Mi chiedo come si possa essere così ciechi ed ottusi.
Per colpa di una decisione affrettata, di scelte dettate soltanto dal livore del momento e assolutamente ritorsive nei confronti di lavoratori che da sempre si sono contraddistinti per l'attaccamento al lavoro, la partecipazione attiva e presente, la volontà sempre espressa di mettere al primo posto le esigenze della collettività anche e soprattutto per il bene comune, per colpa dicevo, di decisioni dispotiche e unilaterali che non hanno voluto tenere conto delle esigenze della collettività, non posso, come avevo previsto passare il week-end del 2 novembre a Taormina perchè il dirigente non ci ha concesso la vacanaza!
Che vergogna!
Stiamo assistendo alla lenta ma inesorabile disgregazione di quei valori sui quali abbiamo costruito la nostra storia recente. La famiglia, il lavoro, l'amicizia, il rispetto degli altri, quei capisaldi che abbiamo finora condiviso, vengono quotidianamente attaccati e rimessi in discussione.
Anch'io, personalmente sento e percepisco il carico di questa progressiva sventura che si abbatte su di me e che mi scuote nel profondo; e mi sento particolarmente sconfortato anche dal fatto che è venuto meno il senso di solidorietà sociale che prima caratterizzava la nostra partecipazione alla vita sociale.
Proprio oggi un ulteriore e letale colpo è venuto ad abbattersi su di me, un colpo che potrei definire quasi mortale, perchè ha contribuito ad intaccare il senso di apparteneza alla mia comunità. In questi giorni di sconvolgimenti civili, di crisi economica, di perdita di posti di lavoro, di mancanza di sbocchi per le nuove generazioni che sempre più si affacciano al futuro avendo davanti un grosso punto interrogativo, in questo momento, dicevo, di totale mancanza di punti di riferimento, sono venuto a conoscenza di un fatto gravissimo che mi ha fatto sprofondare in una personale crisi dalla quale non intravvedo un prossimo positivo esito. Avevo progettato un futuro radioso per me, per la mia famiglia, che coinvolgeva implicitamente anche la piccola comunità legata al mio posto di lavoro. Un senso atroce di impotenza mi opprime oggi, alla luce di quanto appreso, ed esso finirà per condizionare pesantemente la mia, le nostre misere esistenze nell'immediato futuro, portendo dietro di se uno strascico di consequenze che ci perseguiterà per lungo tempo.
Come non capire come oggi, all'alba del terzo millennio, sia assolutamente indispensabile per la collettività poter programmare momenti di aggregazione umana nei quali investire proficuamente le proprie energie vitali? Mi chiedo come si possa essere così ciechi ed ottusi.
Per colpa di una decisione affrettata, di scelte dettate soltanto dal livore del momento e assolutamente ritorsive nei confronti di lavoratori che da sempre si sono contraddistinti per l'attaccamento al lavoro, la partecipazione attiva e presente, la volontà sempre espressa di mettere al primo posto le esigenze della collettività anche e soprattutto per il bene comune, per colpa dicevo, di decisioni dispotiche e unilaterali che non hanno voluto tenere conto delle esigenze della collettività, non posso, come avevo previsto passare il week-end del 2 novembre a Taormina perchè il dirigente non ci ha concesso la vacanaza!
Che vergogna!
2 commenti:
La storia ma sopratutto il finale è da OSCAR!!!!!.... (sto ancora ridendo)
a capitano...per tutto il racconto mi sono preoccupata come una matta....ma tu guarda.
ahahahhaha che dirigente scolastico cattivo che avete ahahahahahah
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