Vorrei gentilmente mandare affanculo tutta una serie di colleghi i quali, al richiamo della pu(e)lla di Roma, dalla massa definita "Ministro della Pubblica Istruzione", che invitava i docenti al rigore nei confronti degli alunni in sede di valutazione, hanno aderito in massa a tale invito, potendo così finalmente, tacitamente soddisfare quella innnata tendenza del docente ad essere, non già educatore nel senso più nobile della parola, quanto più limitatamente, ristrettamente, parzialmente, settorialmente, circoscrittamente, miseramente, notaio della propria disciplina e bigotto censore della morale.
Quanti finalmente hanno gioito nel poter finalmente ritornare ad essere severi di fronte allo sbracamento della nostra gioventù, qualunquista e priva di valori! "
Si, un pò di rigore ci voleva, alla buon ora!", così avranno commentato alcuni miei colleghi (chissà perchè mi viene meglio pensare a delle colleghe femmine ma, se lo dicessi, la mia collega ILP si incazzerebbe moltissimo per cui non lo dico anche se in verità le colleghe nella scuola sono in numero preponderante per cui, statisticamente...)
Così, dicevo, molti miei colleghi avranno finalmente potuto riscoprire la loro vera missione: quella cioè di misero trasmettitore di nozioni, alcune delle quali, peraltro, assolutamente, oggi, prive di qualsiasi significato e valore.
In linea di principio potrei anche essere d'accordo con tutto questo se non fosse che:
primo, da quale pulpito viene la predica; vogliono il rigore da noi, mentre i nostri rappresentanti sono allo sbando più assoluto e allo sbando della nazione (ma di quale nazione sto parlando?) hanno contribuito in modo rilevante in questi ultimi anni (la solita filosofia dell' "Armiamoci e partite" oppure del "Fate quello che vi dico io ma non fate quello che faccio io");
secondo, anche la nostra categoria sconta il degrado nazionale, per cui gli stessi valori che così strenuamente ci ostiniamo a proporre, sono quotidianamente smentiti (nella maggior parte dei casi, ovvio), da una pratica di vita non dico dissoluta, ma diciamo semplicemente "attuale". Faccio un piccolo esempio: prima e durante gli esami ci siamo affrettati a ricordare ai nostri alunni il divieto assoluto di utilizzo del telefono cellulare a scuola durante gli esami, sottolineando il rischio in cui si poteva incorrere in caso di infrazione. "Sarebbe gravissimo se foste colti col telefono in mano". Peccato però che presidenti e membri di commissione (interni ed esterni) se ne sono bellamente fregati del divieto che avrebbe dovuto, in linea teorica, riguardare anche loro. Si sono sentite nei corridoi suonerie di tutti i tipi, prima, durante e dopo lo svolgimento delle prove!
Un ultimo, piccolo, corrosivo, commento personale. E' ovvio che, cuore di mamma (mi dispiace ma non riesco proprio a dire "cuore di papà"), i figli delle colleghe sono sempre regolarmente perseguitati da docenti che non sono mai in grado di giudicare e soprattutto non tengono in nessun conto del momento che "il pupo" sta attraversando, poverino, escluso come è stato dalla squadra di calcio, col padre separato che se ne fotte di lui, mentre io da sola non riesco a provvedere a tutte le sue necessarie esigenze di vita (leggasi Hi-phone o capo firmato). Si sono le stesse colleghe che poi, quando giudicano gli altri, queste stesse "esigenze" dimenticano completamente.
Il richiamo della foresta ha colpito ancora e nessuno di noi si senta escluso.
Soluzione. Mah. Me ne vengono alcune, praticamente impossibili da attuare, vista la nostra recente storia. Forse se fossimo più attenti a cogliere la globalità della crescita di una persona, se assumessimo atteggiamenti simili sia nei confronti degli studenti che dei nostri figli, se fossimo un po' più educatori nel fare piuttosto che nel dire, se infine spendessimo maggior tempo tra i nostri alunni e non contro di essi, forse il nostro servizio assumerebbe un altro spessore e rilevanza e saremmo visti con maggiore autorevolezza da parte di tutti!
Auguri colleghi! Ne abbiamo bisogno
Quanti finalmente hanno gioito nel poter finalmente ritornare ad essere severi di fronte allo sbracamento della nostra gioventù, qualunquista e priva di valori! "
Si, un pò di rigore ci voleva, alla buon ora!", così avranno commentato alcuni miei colleghi (chissà perchè mi viene meglio pensare a delle colleghe femmine ma, se lo dicessi, la mia collega ILP si incazzerebbe moltissimo per cui non lo dico anche se in verità le colleghe nella scuola sono in numero preponderante per cui, statisticamente...)
Così, dicevo, molti miei colleghi avranno finalmente potuto riscoprire la loro vera missione: quella cioè di misero trasmettitore di nozioni, alcune delle quali, peraltro, assolutamente, oggi, prive di qualsiasi significato e valore.
In linea di principio potrei anche essere d'accordo con tutto questo se non fosse che:
primo, da quale pulpito viene la predica; vogliono il rigore da noi, mentre i nostri rappresentanti sono allo sbando più assoluto e allo sbando della nazione (ma di quale nazione sto parlando?) hanno contribuito in modo rilevante in questi ultimi anni (la solita filosofia dell' "Armiamoci e partite" oppure del "Fate quello che vi dico io ma non fate quello che faccio io");
secondo, anche la nostra categoria sconta il degrado nazionale, per cui gli stessi valori che così strenuamente ci ostiniamo a proporre, sono quotidianamente smentiti (nella maggior parte dei casi, ovvio), da una pratica di vita non dico dissoluta, ma diciamo semplicemente "attuale". Faccio un piccolo esempio: prima e durante gli esami ci siamo affrettati a ricordare ai nostri alunni il divieto assoluto di utilizzo del telefono cellulare a scuola durante gli esami, sottolineando il rischio in cui si poteva incorrere in caso di infrazione. "Sarebbe gravissimo se foste colti col telefono in mano". Peccato però che presidenti e membri di commissione (interni ed esterni) se ne sono bellamente fregati del divieto che avrebbe dovuto, in linea teorica, riguardare anche loro. Si sono sentite nei corridoi suonerie di tutti i tipi, prima, durante e dopo lo svolgimento delle prove!
Un ultimo, piccolo, corrosivo, commento personale. E' ovvio che, cuore di mamma (mi dispiace ma non riesco proprio a dire "cuore di papà"), i figli delle colleghe sono sempre regolarmente perseguitati da docenti che non sono mai in grado di giudicare e soprattutto non tengono in nessun conto del momento che "il pupo" sta attraversando, poverino, escluso come è stato dalla squadra di calcio, col padre separato che se ne fotte di lui, mentre io da sola non riesco a provvedere a tutte le sue necessarie esigenze di vita (leggasi Hi-phone o capo firmato). Si sono le stesse colleghe che poi, quando giudicano gli altri, queste stesse "esigenze" dimenticano completamente.
Il richiamo della foresta ha colpito ancora e nessuno di noi si senta escluso.
Soluzione. Mah. Me ne vengono alcune, praticamente impossibili da attuare, vista la nostra recente storia. Forse se fossimo più attenti a cogliere la globalità della crescita di una persona, se assumessimo atteggiamenti simili sia nei confronti degli studenti che dei nostri figli, se fossimo un po' più educatori nel fare piuttosto che nel dire, se infine spendessimo maggior tempo tra i nostri alunni e non contro di essi, forse il nostro servizio assumerebbe un altro spessore e rilevanza e saremmo visti con maggiore autorevolezza da parte di tutti!
Auguri colleghi! Ne abbiamo bisogno
5 commenti:
Sono esattamento le 2.33 di notte e di sonno non ne vedo nemmeno l'ombra..chissà dove sarà finito...e per caso mi sono imbarcata dentro al suo blog...non so come..ma sicuramente è come quando sogni qualcosa che giorni prima avevi pensato..come quando sogni qualcuno dopo averlo visto anche mesi prima..ecco io pensavo a lei,non proprio in quanto persona nel senso che il mio pensiero tormentato è rivolto verso lei ma, pensavo a lei riguardo la situazione in cui sono e siamo perchè anche lei c'è dentro e allora mi sono imbattuta nel leggere i suoi ultimi interventi che mi ero persa ultimamente.Trovo inutile dire che ciò che scrive fa parte anche del mio "pensiero libero"..sono arrivata ad 8 anni di servizio un po meno di lei vista l'età... e forse finalmente avete deciso ed ho deciso di licenziarmi,non voglio più vedere certe brutte facce per i corridoi ogni giorno, insomma ho capito che quello lì non è più il mio posto adatto un pò come Pirandello quando si accorge che fuori c'è un mondo che lo aspetta...ecco è proprio così...fuori c'è un mondo che mi aspetta ma è solo grazie all'aiuto di certe persone che l'ho capito,purtroppo penso sempre di essere nata nell'era sbagliata certe cose moderne non mi appartengono a volte sono troppo rigida e non facile come gli altri ma so ben scavare nel profondo meglio di molti e molti insegnanti che si trovano nel nostro istituto.Non voglio più prolungarmi più di tanto ho già scritto abbastanza cazzate quest'anno l'ho fatta ridere parecchio da quando ho deciso che anche io HO VOGLIA DI RIDERE. come si dice.....grazie....................
Grazie a te jimma
e ti pongo un piccolo quesito al quale, peraltro, non so rispondere neppure io. Mi chiedo con raccapriccio, se ti avessimo "licenziato" l'anno scorso il tuo percorso di vita sarebbe stato lo stesso, oppure migliore o peggiore senza quest'ulteriore anno di crescita?
Certo non eri così nè l'anno scorso, nè due anni fa. Non so come sarai dopo, ma secondo me sei un pò più attrezzata adesso ad affrontare il varo anche in caso di navigazione con mare mosso o addirittura agitato. Se mi dispiace per la lunghezza del tragitto, mi lasci coltivare una mia illusione e cioè di aver contribuito, nel mio piccolo, ad aver reso la tua evoluzione (e mi auguro nn solo la tua) un po'più positiva (nel senso di più adatta alla navigazione appunto)?
Cmq anch'io ti/vi devo ringraziare perkè questo bastardo lavoro ha poke soddisfazioni (e sicuramente nn quelle pecuniarie) ke sono lì gettate da voi verso di noi ma ke molti di noi nn riusciamo neppure a cogliere per mancanza di sensibilità personale o xkè svolgiamo la nostra funzione come se fossimo esclusivamente degli impiegati del catasto.
E l'anno prossimo ti proibisco di venire a trovarmi!
Caro profGiov o comunemente conosciuto come il grande DalaiLama fratello di Padre Pio!Se mi aveste licenziato l'anno scorso.....................NO non mi avreste aiutato affatto,non mi sono lamentata di nulla i miei lamenti erano rivolti solo a me stessa.Sembrano cazzate ma è la pura realtà mi è cambiato un mondo!
No, non ho mai pensato a un tuo lamento. Siccome però mi sento sempre almeno in parte (nn del tutto ovviamente) responsabile, nel mio lavoro, non solo della trasmissione della conoscenza ma soprattutto della formazione degli altri (e gli altri siete voi, naturalm), forse l'anno scorso avrei potuto fare di meglio (come del resto mi è accaduto di pensare anche nel corso di questi esami, dove mi sono accorto di aver fatto un piccolo errore, di cui ti parlerò forse tra qualche mese- ma non riguarda te però); perchè, cara la mia Jimma, come ho già detto, io non lavoro al catasto; con i medici siamo quelli più responsabili della salute del prossimo!
Saprò attendere...anche se forse riesco ad intuire qualcosa..!!!
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