giovedì 30 ottobre 2008

Ho visto strana gente per strada oggi


Riprendo un mio post precedente e lo chiarifico.
Oggi mi sono sentito circondato.
Non come nel post, però.
La sensazione di essere circondati è forse una condizione esistenziale. Chi di noi non si è mai sentito circondato almeno una volta nella vita!
Oggi, dicevo, mi sono sentito circondato. Ma non ero preoccupato. Non avevo panico, al contrario stavo bene, perchè ero circondato da persone
che, come me, mi capivano e capivo.
Ma non è sempre così.
Di recente mi sono sentito circondato dall'ignoranza, dal menefreghismo, dall'egoismo, dall'individualismo.
Viviamo sempre più in piccoli tunnel separati perchè è questo schifo di modo di vivere che ce lo impone.
Ma
la gente, i giovani in particolare, hanno voglia di comunicare e di stare con gli altri. E allora? Beh allora ci si rifugia nella rete, negli sms, nei cellulari.
Ma non funziona sempre.
Io, per esempio, ho bisogno di guardare negli occhi, toccare, sentire, odorare la gente. Se è vero come qualcuno mi dice che spesso la realtà fa schifo, è vero anche il contrario: spesso al computer ci si nasconde, ci si camuffa. Alcuni si accontentano del virtuale, per cui accade paradossalmente, che la realtà virtuale sarebbe per loro più reale della realtà vera.
Non voglio giudicare.
Dirò solamente che oggi mi ha fatto piacere rivedere attorno a me tante persone che hanno condiviso per un momento il mio stesso tragitto anche se so che tra le decine di persone che ho incrociato c'era gente che non mi sta simpatica, per esempio colleghi con i quali appena ci si saluta.
Ma questo è un elemento positivo perchè siamo tutti fortunatamente diversi; ciascuno di noi è portatore sano e non malato. Portatore di idee, sensazioni, emozioni, affetti come pure naturalmente di difetti. Non si deve cancellare i primi e soffermarci solo sui secondi.
L'inferno non sono gli altri.
Sennò devo pensare che anch'io
sarò l'inferno di qualcuno.

Ultimamente non arrivano commenti. Vi siete ammutoliti?

domenica 26 ottobre 2008

Parliamo potabile di politica

Dopo una settimana torno dalla Polonia e trovo rivugghio! Non vi si può lasciare soli un attimo....
A parte il babbìo, credo che una piccola riflessione vada fatta a proposito di quello che sta succedendo.
Da un pò di tempo a questa parte sta accadendo in Italia un fenomeno che potrei definire di "lenta frantumazione" dell'intervento pubblico per dare spazio all'iniziativa privata. O meglio dovrei dire lenta frantumazione dell'intervento statale, perchè, in realtà, se l'intervento statale diminuisce (vedi i recenti tagli alla scuola pubblica), quello locale aumenta (vedi crisi finanziarie delle regioni e dei comuni, in particolare la regione Sicilia e i comuni di Catania e Palermo). Ma perchè accade questo? Solo influsso Lega? Non credo. Penso che l'intervento statale sia più equo, più neutro, più uguale per tutti. Se, per esempio, favorite la scuola pubblica, fate un intervento generelizzato su tutta la scuola della repubblica. Mentre gli interventi regionali o comunali hanno una ricaduta più ad personam. Faccio un esempio. Una sera torno da Punta Raisi. Erano le ore 23 e non c'erano più treni per Palermo (l'ultimo era alle ore 22e40). Morale: ho dovuto prendere il bus privato; costo del biglietto 6 € (il treno costa 5€, mi pare). I viaggiatori sul bus eravamo solo 3!!! Mi sono chiesto come fosse possibile che una ditta privata offrisse un servizio rimettendoci e la risposta me la sono data da me: la ditta privata ha sovvenzioni regionali!! Quindi non ci perde proprio niente. Ma quale è la differenza? Ve la dico io. Mentre un potenziamento delle ferrovie pubbliche statali avrebbe una ricaduta positiva su tutti i cittadini (es. io che tornavo dall'aeroporto), quello regionale per le autolinee private è, come dire, ad personam, cioè alla ditta di autolinee X che così si ritrova nelle proprie casse tanti bei picciulilli freschi, anche se viaggia spesso con 4 gatti a bordo. La ditta X è molto grata, quindi, a colui il quale (assessore o altro) gli ha dato le sovvenzioni, per cui al momento delle elezioni secondo voi a chi lo darà il voto? E gli sprechi che si fanno per garantire questo stato di cose, chi li paga? Noi naturalmente, con le nostre tasse. Milioni di euro vengono dati sapendo che
spesso sarà fornito un servizio inutile.
Rimedi possibili: dare i piccioli non sulla base del servizio e basta, ma solo sulla base del servizio effettivamente dato al cittadino (hai viaggiato con 3 persone? allora ti do solo 18 euro!); naturalmente se vuoi i soldi pubblici la tariffa non la devi fissare tu ma la dobbiamo rendere adeguata alle tasche di tutti. E questo discorso può valere per tutti i settori (Sanità, Istruzione, etc). Ma per fare ciò si deve assicurare una vigilanza da parte dell'ente pubblico che deve controllare che le ditte private non si mangino i piccioli, cosa molto difficile da realizzare perchè chi controlla, anche se controlla male o non controlla affatto,
non rischia niente. Alcuni addirittura si sono ammuccati belle bustarelle con tanti picciolilli per vedere poco o non vedere affatto; tanto poi non gli succede niente di niente. Il precedente sindaco di Catania dopo aver lasciato il comune con 1 miliardo di € di deficit è stato "punito" con l'elezione al parlamento della repubblica!!! Possiamo mai andare avanti così?
Sento dietro il cozzo una bella domanda: che possiamo fare noi poveri cittadini? Innanzi tutto non votare per questa gentaglia che ci sta portando alla rovina; poi partecipare il più possibile alla vita pubblica, fare sentire la propria voce in tutti i modi, essere cittadini preparati e vigili e infine fidarsi meno dei truffaldini e di più delle persone oneste che sono quelle che vi chiedono poco o niente in cambio!

venerdì 24 ottobre 2008

Azzurro Giallo e Nero

Tre colori per riassumere tante sensazioni.

Azzurro come i colori dell'Europa che ha finanziato il progetto Comenius T.A.S.S. grazie al quale una trentina di docenti provenienti da 7 paesi europei (Belgio, Estonia, Germania, Italia, Norvegia, Polonia, Svezia) hanno potuto incontrarsi in Polonia e scambiare i propri punti di vista sulla scuola e quindi sulla vita. Se volete saperne di più potete andare sul sito del progetto (http://www.tbss.eu/) all'interno del quale troverete anche qualche traccia del mio passaggio .


Giallo come il colore del Papa Giovanni Paolo II.
Durante questa settimana abbiamo ritrovato tracce del suo passaggio terreno quali Wadowice, sua città natale, e Cracovia città nella quale fu arcivescovo prima di fare il grande salto verso il seggio papale.

Conoscete tutti le mie idee a proposito della fede e della chiesa. Proprio queste idee cmq mi consentono di essere serenamente distaccato perchè non coinvolto emotivamente. L'idea che mi sono fatto scaturisce da alcune sensazioni avute direttamente dalla visita di questi e altri luoghi della Polonia e da uno scambio di battute avuto con alcune colleghe polacche.

A mio parere la venerazione che i polacchi hanno verso GPII è, prima di tutto, umana: si percepisce il senso di profonda riconoscenza che la gente ha nei confronti di un uomo che ha contribuito a cambiare in modo radicale la storia della sua nazione (una collega mi ha detto testualmente: "Dopo la sua nomina è cambiato tutto in Polonia").
Tanto per capirci, alla fine anch'io sono rimasto coinvolto. Figuratevi che nella grande chiesa di Cracovia dedicata alla Madonna ho acceso un cero.

Nero come
Auschwitz. Nero come Birkenau. Nero come il buio, il lutto, la notte della ragione.
Ho aggiunto qui di seguito alcune "cartoline" da Auschwitz e Birkenau non tanto per mostrare il male (perchè il male lo si può mostrare fino ad un certo punto) quanto per riflettere, stare vigili e soprattutto non pensare che tutto questo non si ripeterà più perchè il marcio dell'uomo prima o poi spunta fuori e allora bisogna sempre vigilare.
Nel visitare i due luoghi di dolore ho avuto la sensazione di visitare delle fabbriche. Nelle fabbriche gli imprenditori cercano di ottimizzare tutto (spazi, tempi, materie prime, macchinari, fattore umano) per raggiungere il massimo dell'utile col minore sforzo. E qui i nazi hanno fatto lo stesso; solo che la "materia prima" qui era costituita da esseri umani inermi.

Qui sotto vediamo l'ingresso del campo di Auschwitz con la scritta "
Arbeit macht frei", ovvero il lavoro rende liberi, una vera presa per i fondelli per quel milione di persone provenienti da tutta Europa che qui perse la vita.


Qui invece il cartello è più "umano" e recita "Attenzione pericolo di morte alta tensione"


Altre due immagini dal campo di Birkenau dove la musica non cambia. Il vuoto delle baracche allineate, le latrine poste al centro di esse, le brande nelle quali dormivano insieme sino a 8 persone (x branda naturalmente), la linea ferrata che entra dentro a portare i vagoni della "materia prima", tutto terribilmente meccanico, freddo, irragionevolmente razionale.
E lassù, in alto, nelle garitte, i soldati pronti a mitragliare!!!



Lugubre e sinistra l'ultima immagine. Senza commento



Inutile qui approfondire. Per ulteriori informazioni vi consiglio alcuni siti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Auschwitz
http://auschwitz.altervista.org/portal/

Sensazioni forti quindi alla fine di questa esperienza. Sensazioni forti e positive in ogni caso perchè riflettere sugli errori e orrori non è mai negativo.
Attendo vostri commenti, come sempre liberi, quindi non per forza legati a quanto sopra detto.
Anche perchè durante la mia assenza è successo "qualcosa" dentro e fuori la scuola, dentro e fuori l'Italia, dentro e fuori di noi. Se volete parlarmene, sparate come sempre.


martedì 21 ottobre 2008

Un abbraccio dall Polonia

Saluti a tutti dalla Polonia la sera prima della partenza. Grandi emozioni di cui vi parlero` al mio ritorno. A presto

domenica 12 ottobre 2008

Circondato!

Piccolo gioco. Ho scritto un breve racconto. Vorrei sapere cosa ne pensate e soprattutto vorrei avere una vostra interpretazione. Di cosa sto parlando? Chi è la mia collega B?

Sono molto preoccupato. Non ho paura, anche se stanno attorno a me, e sono in molti; li vedo, li sento, anzi sono loro che si fanno vedere e sentire. Da qualche tempo crescono di numero, lentamente ma inesorabilmente, mentre noi siamo sempre di meno.

Tempo fa, mi chiedevo come mai aumentassero giorno dopo giorno, poi ho capito. Non sono loro che si moltiplicano, sono i nostri che disertano e cambiano bandiera. Passano all'altra sponda alla spicciolata, senza nemmeno accorgersene. E non lo fanno certo per cattiveria. Sono condizionati dagli eventi. Sta di fatto che la loro tribù aumenta mentre il nostro gruppo si assottiglia.

Eppure mi ricordo ancora come cominciò la cosa. All'inizio erano pochi e se fossimo stati attenti avremmo potuto sconfiggerli facilmente. Quando arrivarono però non abbiamo subito intuito quanto il loro modo di fare potesse essere pericoloso. Al contrario cominciammo ad imitarlo, così, inconsciamente. Chi poteva immaginare che di lì a poco ci avrebbero sopraffatto?

Non ho paura. Sono solo preoccupato. Per il mio futuro, per quello dei miei, dei nostri figli. Per loro è ancora più difficile resistere, le tentazioni sono molto forti. Anch’io, nei momenti di incertezza e di sconforto, non so come comportarmi.

Qualche giorno fa qualcuno mi ha detto :

-“Non lo vedi che sei rimasto solo? Non sei stanco di combattere dalla parte sbagliata? Perché ti ostini? Diserta. Diventa uno di noi. Non è difficile, basta che ti lasci andare, che segui la corrente, che fai quello che vuoi, senza regole, in piena e totale libertà. Da noi non ci sono regole e non devi fare nessun sacrificio. Non soffrirai, anzi al contrario finalmente sarai felice perchè non dovrai rinunciare a nulla. Potrai lasciarti andare e così facendo, senza neppure volerlo, farai parte della nuova tribù, della nuova etnia. Anzi, se ci rifletti un po’, già ci fai parte”

Così mi disse ma allora non ho voluto credergli.

Oggi però è diverso; mi sono deciso: stasera diserterò anch’io. Non lo farò tutto in una volta, naturalmente. Sarebbe impossibile per me abituarmi alla nuova tribù. Lo farò poco alla volta ma ho deciso che comincerò stasera.

Ho incontrato la mia collega B. Mentre la sento parlare mi sembra che il tempo si sia fermato. Nella vita come nel lavoro, continua a comportarsi come se il mondo sia rimasto fermo a trent’anni fa. Tutto immobile. La gente cambia, il mondo cambia ma lei rimane ferma nelle sue convinzioni, che poi sino a stasera erano anche le mie.

Le dico che oramai sto passando anch’io dall'altra parte, che mi sento circondato e che ho deciso di mollare. Lei mi dice:

- “Non hai il diritto di rinunciare al tuo modo di vivere; continua per la tua strada; vedrai che qualcuno ti resterà accanto in questa tua scelta. Sai benissimo che sei, che siamo nel giusto ed è la storia dell’umanità che ce lo conferma. E poi, non saresti felice dall’altra parte. E neanche i tuoi figli, che ti somigliano troppo. Pensaci. Se è vero che è dura combattere in pochi contro la tribù, è anche vero che tu non hai scelta: tu hai una coscienza. Anche se disertassi non potresti mai essere felice, non ti adatteresti mai del tutto.”

Ho molto riflettuto sulle sue parole e devo dire che ha ragione.

L’unica considerazione veramente giusta è che, comunque vada, qualunque sia la mia scelta, non sarò mai completamente felice. Infatti se resto, probabilmente sarò sempre più solo, circondato, emarginato, forse costretto a scappare. Se diserto però sono sicuro che difficilmente potrò abituarmi ad una nuova esistenza. Non accetterei mai sino in fondo le nuove abitudini, né il linguaggio della nuova tribù e soprattutto resterei ancora più solo perchè lì ognuno pensa solo a sè stesso.

E allora tanto vale restare con i miei, cercare di resistere e combattere contro la tribù. Potrei addirittura provare a cambiare strategia, per esempio cercando di infiltrarmi tra le loro fila per convincere alcuni di loro a disertare, a passare dalla nostra parte. Spiegherò loro perché è giusto stare con noi, perché i nostri comportamenti meritano attenzione, perché, pur essendo difficile da sposare, alla fine la nostra scelta è quella vincente. Certo ci vorranno mesi, forse anni perchè i risultati arrivino ma la forza della nostra parola, del nostro fare, della nostra storia li convincerà. E se proprio non ce la dovessimo fare, preferisco finire i miei giorni in serenità, circondato da coloro che mi vogliono bene.


A questo punto il racconto si interrompe.
Secondo voi, come potrebbe concludersi la storia?
Aggiungete i vostri finali. Li pubblicherò in modo anonimo (se vorrete) al rientro dalla Polonia.
Un abbraccio a tutti voi e mi raccomando: fantasia al potere

sabato 11 ottobre 2008

Siamo sicuri di parlare solo di scuola?

Voglio tornare all'ultimo commento sul lavoro di gruppo all'interno della classe. Mi vengono in testa alcune idee libere, d'altronde il blog si chiama pensiero libero.
1) Le classi sono come il vino, mi diceva tanti anni fa un collega. Certe annate vanno bene certe altre no. Che significa questo? Semplicemente che un gruppo è formato da persone che si portano appresso un carattere, delle situazioni di famiglia e ambientali diverse tra loro etc. Volete che questo non incida? Ci sono persone che sono più o meno positive e che trasmettono più o meno questa positività al resto del gruppo. Accade però che esistono anche elementi negativi o che per lo meno tale vengono percepiti dal resto del gruppo e che non possono fare altro che remare contro il gruppo.
2) I docenti non differiscono dagli altri gruppi di lavoro. Entro in una classe e si cambia disposizione dei banchi a seconda del docente. E' possibile che non si riesca a condividere nemmeno la disposizione dei banchi? Figuratevi quando si tratta di promuovere o bocciare gli alunni.
3) Cosa si può e si deve fare? Non so veramente. Non ho ricette. La mia esperienza sul lavoro di gruppo è molto variegata (cioè varia). Con alcuni colleghi lavoro bene con altri meno bene. Per cui l'unico suggerimento è questo: CHISTI SIEMO!!!! Cioè visto che il gruppo è composto da elementi che non possono essere cambiati (ad esempio mi piacerebbe fare codocenza con Monica Bellucci, ancora meglio se senza alunni!!!), allora prendiamo quello che di buono c'è all'interno di ciascuno di noi. Del resto se a una persona che tu pensi sia acida gli urli in faccia "Non devi essere acida hai capitooooo?" Non penso che quella smette improvvisamente di esserlo dicendo "Sai, hai ragione sono veramente acida; ora la smetto". Bisogna sempre provare a fare il primo passo e se non è sufficiente anche il secondo, il terzo o il quarto. Se va, va! Altrimenti non si è perso quasi nulla.
4) Mi trovavo per strada con due mie colleghe e incontriamo una nostra ex alunna. Dopo i normali saluti una delle colleghe rivolgendosi alla ragazza dice: "Dovremmo vederci una sera a cena con tutti i ragazzi della classe". E l'ex alunna risponde: "E'inutile prof. tanto tra di noi non ci parliamo più. Ci si sente solo per piccoli gruppi". Morale: pare che arrivati in quinta le classi si sciolgano. Troppa preoccupazione dell'esame finale? Troppa competitività? Il commento di anonimo del precedente post è indicativo unito a quello di Giusy jiimma e di Chiara (in quest'ultimo caso so bene a chi e a cosa si riferiscono; è una vecchia situazione che deriva anche da vecchia ruggine sovrapposta nel tempo che è difficile togliere).
Provo a sparare un'ultima riflessione.
5) Che c'entra il mio condominio? Eppure si, c'entre, perchè da quando vivo in questo palazzo (circa 16 anni) la situazione tra condomini si va deteriorando. Anche qui un gruppo! Mi sono interrogato molto e credo di avere trovato una parte di ragione a questo stato di fatto. E' una tendenza di questi ultimi tempi: la gente si apetta sempre qualcosa dagli altri. Mi spiego meglio. Se c'è uno che parcheggio male allora anch'io parcheggio male perchè è l'altro che deve cominciare a parcheggiare bene. Arriva il terzo e pensa la stessa cosa, poi il quarto e così via. Morale: nessuno parcheggia più bene. Mi chiedo come mai sia solo il modello sbagliato di comportamento che viene imitato mai quello virtuoso. Applicate questo metodo a qualsiasi gruppo e vedete un pò.
Grazie infine a Rita per l'invito alla scrittura e a Daniele perchè, insieme a Fefè, è uno dei pochi ragazzi che lascia messaggi. Cmq x scrivere ste 4 stroz mi ci è voluta mezz'ora e più.
Commentatemi addosso Svp.
Ho scelto colori vari perchè vari sono i punti di vista.

mercoledì 8 ottobre 2008

Gruppo, équipe, team

Come non tutti sapete, tra una settimana vado in Polonia per il progetto Comenius che la nostra scuola sta portando avanti già da 2 anni. Questo progetto riguarda solo i docenti e ciò ha scatenato una serie di lamentele (dovrei chiamarle invidie ma evito) da parte di molti colleghi che erano, sono e saranno convinti dell'inutilità della cosa e del fatto che in pratica chi parte si va a fare una settimana di vacanza. Non riuscirò sicuramente a convincere nessuno, neanche giurando sulla Bibbia, che così non è, ma non è questo che mi interessa. In questi giorni abbiamo lavorato sui temi che dovremo affronare (ciascuno di noi farà una relazione in inglese, di fronte ad un'audience di una quarantina di docenti di 6 nazioni diverse, su un tema particolare) e, in particolare abbiamo parlato del lavoro di gruppo, di cosa lo rende produttivo e di quello che invece lo rende difficoltoso. Tutti concordiamo sul fatto che il clima di fiducia reciproco è uno degli elementi fondamentali senza il quale il lavoro di gruppo è assolutamente improduttivo. La trasparenza, la schiettezza, la possibilità anche di sbagliare in libertà senza essere presi in giro o peggio rimproverati da uno o più membri del gruppo rende il gruppo forte e coeso e contribuisce a creare un clima positivo che porta poi al raggiungimento dell'obiettivo prefissato.
Ho riflettuto bene su tutto questo e vi invito a fare lo stesso, partendo dalla vostra esperienza personale. Quand'è che il gruppo classe lavora meno bene? La coesione all'interno dei ragazzi e/o tra i docenti incide o no, secondo voi, sul vostro lavoro scolastico? Che si potrebbe fare per migliorare il clima all'interno di una classe? Notate come esso cambi da un anno all'altro e a che cosa imputate questo cambiamento? Scrivere, scrivere, scrivere commenti di ogni tipo.
Personalmente ho notato che in una delle mie classi la situazione è migliorata rispetto allo scorso anno; in un'altra peggiorata. Di quali classi, secondo voi, sto parlando? E voi, ve ne siete accorti?

Qui ci vuole un bel colore verde.

martedì 7 ottobre 2008

E' la mancanza di tempo che ci frega!

Comunicazioni di servizio per Taniele: playlist sempre più lunga anche grazie ai suoi suggerimenti.
Quale è il vantaggio di scrivere testi e ricevere commenti? Scopri che forse qualcuno ti prende in considerazione, in un mondo che spesso non ti defeca nemmeno. Però mi chiedo: quello che scriviamo è pensiero profondo o cazzeggiamento allo stato puro? E se non è cazzeggiamento allo stato puro ma dietro c'è una reale e profonda voglia di dirci qualcosa, perchè non fare un ulteriore sforzo e dirci le cose in faccia, senza paura o esitazioni? Naturalmente quando questo è possibile farlo e, nel mio caso, i miei interlocutori sono prevalentemente indigeni quindi raggiungibili.
Questo è un invito al raddoppio della comunicazione. Siamo profondi in diretta e in differita, succeda quel che succede. Perchè ho capito che le persone se non si vogliono mostrare si nascondono in qualunque caso.
Questo testo meritava di essere scritto in giallo. Ma non so perchè.
Attesa commenti
P.S. Aspetto ancora notizie dai miei "simili", anche in forma anonima e, perchè no, con contenuti offensivi.

lunedì 6 ottobre 2008

Così deve andare

Molto onorato che il mio blog risulti una room nella quale la gente possa scambiarsi le idee anche prescindendo dalla mia persona. Mi piace molto questa funzione di "camera della conciliazione" che il mio blog sta assumendo. Per la serie "Più mi ignorate e più sono contento" trasmettiamo il film"Ci commentiamo da soli"!
Rispondo a Rita D. Il commento era per te. Ho scaricato anche la canzone richiesta. Mi sento un DJ da 4 soldi. Bonne nuit all .


domenica 5 ottobre 2008

Della Coscienza che precede l'Essenza (Mito di Sisifo)

Breve ringraziamento a Ida per il 2° commento e spero non ultimo. Il Blog funziona ma mancano proprio gli adulti che hanno troppa paura di mostrarsi. Da qui nasce il mio elogio della vacuità.
Piccolo pensiero per Rita D.. Diceva un filosofo franco-algerino del '900 tale Albert Camus che quando uno prende coscienza della propria condizione esistenziale, anche se triste e ripetitiva, allora ci si deve ritenere contenti perchè, per lui, la coscienza viene prima di tutto. Io non vado sino a questo punto però se si prende coscienza che esiste nel proprio carattere un limite, allora siamo già sulla buona strada per cercare di correggerlo.
Urgono commenti

Parliamo di "Scambio Culturale"

Un saluto alla mia ex alunna Rita A. che, non so come, ha avuto il mio contatto e mi lascia un bel commento sincero che vi prego di leggere nel precedente post.
Le sue parole mi servono a introdurre il discorso sul progetto Scambio Culturale che la nostra scuola sta attuando con un liceo di Grenoble (il progetto è stato approvato nella parte didattica, resta quella finanziaria, altrettanto importante). Si tratta del mio quinto scambio culturale e devo dire che ogni volta che mi butto in una iniziativa simile mi dico sempre il giorno dopo: "Ma chi me lo ha fatto fare?". Il lavoro è lungo, duro e di responsabilità e necessita di una collaborazione a tutti i livelli: docenti, alunni, personale ATA, dirigenza. I temi sono parecchi: i francesi vogliono ricercare le loro origini perchè pare che nella zona di Grenoble vi siano numerose famiglie di origine siciliana. Un altro importante obiettivo del progetto è quello di far crescere la cultura della lettura anche attraverso iniziative di book crossing cioè "rilasciare libri nell'ambiente naturale compreso quello urbano, ovvero dovunque una persona preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone" (citaz. da Wikipedia). I ragazzi francesi inoltre approfondiranno anche la lettura di autori siciliani famosi in Francia. Qui vorremmo inserirci noi con almeno due iniziative da svolgere al momento della loro visita in Sicilia (marz 2009): 1) realizzare, in accordo con la biblioteca della nostra scuola e l'iniziativa spontanea di tutti, un banchetto di book crossing a cura dei nostri ragazzi il cui scopo è quello di far circolare gratuitamente libri all'interno del nostro Istituto. 2) Approfondire la lettura di un autore siciliano e discutere della sua opera al momento della visita dei francesi; successivamente fare una visita guidata nei luoghi dell'autore del libro scelto. Si era pensato, a tal proposito, al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa ma la scelta non è ancora definitiva.
Come vedete molta carne al fuoco. Ma perchè il tutto si realizzi ho bisogno di voi, colleghi, alunni, famiglie perchè, innanzi tutto, è necessario trovare 30 famiglie disposte ad ospitare a casa propria un/a ragazzo/a per una settimana. E' ovvio che gli ospitati resteranno a casa dell'ospitante solo dalle 18.00 circa alle 08.00 dell'indomani mattina per cui l'impegno non è totalizzante. Vi chiedo anzi un comportamento del tutto normale perchè uno degli scopi del progetto è anche quello di socializzare i diversi modi e stili di vita.
Mi aspetto e mi auguro da parte degli alunni e delle loro famiglie una bella risposta come è successo anche per tutte le iniziative di questo tipo svolte a scuola negli anni scolastici passati. Parlate del progetto e fatemi sapere. Sono disponibile a qualsiasi chiarimento sia tramite blog che personalmente a scuola. Chi ha il nr del mio cellulare lo potrà fare anche per telefono. E' un'iniziativa molto eucativa e fa crescere i ragazzi e, perchè no, anche le famiglie .
Aspetto vostri commenti

sabato 4 ottobre 2008

Finalmente il/la primo/a collega

Ho dimenticato in questi giorni di salutare Alessandra e ringraziarla per essere stata una delle prime a lasciare un commento. Mi scuso per il ritardo . Per me lei è "last but not least"
Un abbraccio anche a Chiara, Maria Grazia e Valentina e un ringraziamento per i commenti lasciati. Sì, lo scopo è proprio quello, mettere un filtro, cioè il computer, che ci permetta di essere paradossalmente più sinceri. Un modo per sentirsi protagonisti e cazzeggiare in libertà. Non dimentichiamo però di favorire il contatto diretto tra le persone: guardare negli occhi chi ci parla è importante e ci fa capire molto di più.


Finalmente una collega "anonima" ha lasciato un commento. E' la prima in assoluto. I grandi sono sempre occupati!
So perfettamente di chi si tratta e perciò la invito a leggere attentamente tutti i commenti che troverà all'interno del blog perchè sono trasparenti e fanno riflettere.

Il prossimo post parlerà dei due progetti a cui mi accingo a lavorare insieme ad alcuni colleghi; due ennesime sfide che affrontereremo con i nostri ragazzi. Ci sarà da divertirsi.....

Commento finale: per motivi che non posso qui specificare questo testo non poteva non essere scritto se nn in rosso sangue! Il motivo è nascosto all'interno di questo testo. Buona ricerca

venerdì 3 ottobre 2008

Elogio della vacuità

Vacuus in latino significa vuoto da cui il termine vacante, vacanza. Cercando vacuo sul dizionario lo trovo connesso con frivolo, salottiero, trombone, verbalismo; cercando vacuità il termine è connesso a vuotaggine nel senso di "cosa insulsa, vuota, stupida".
Eppure la pratica della vacuità non è del tutto inutile. In alcuni casi, per certe persone, soprattutto donne, sarebbe anche terapeutica.
Immagino un dialogo tra una paziente e il suo medico di fiducia:
Dottore: Che problemi ha, signora?
Paziente: Che so, dottore, mi sento molto stressata, la vita mi angoscia, sono sempre triste ed ho una funcia (bocca che si protende in avanti, tipica della donna scocciata sicula) che fa il periplo di monte Pellegrino (circa 10 Km).
Solita visita accurata fatta di controllo pressione, riflessi, sguardo, addome, olio motore etc.
Dottore: Nessun problema, signora, lei soffre della diffusa sindrome detta del "Piritus Abbuttatus" che colpisce prevalentemente le donne.
Paziente: Dottore è grave? Mi devo preoccupare?
Dottore: Niente di preoccupante. Deve semplicemente seguire una breve cura che le prescrivo immediatamente. Si tratta di prendere una compressa di "Vacuità", due volte al giorno da assumere un'ora prima dei pasti, facendola sciogliere lentamente in bocca.
Paziente: Ma dottore io soffro anche di colite, gastrite, duodenite, gastroduodenite, colicogastroduodenite, duodenogastrocolite, coloduodenogastrite diverticolante, con labirintite e scripentamento di maroni di mio marito. Ho bisogno di un gastroprotettivo?
Dottore: Forse suo marito sì. Stia tranquilla. "Vacuità" è assolutamente innocua e non lascia alcuna traccia nell'organismo. Vedrà nel giro di un mesetto lei guarirà e tornerà a sorridere.

Immagino un tale dialogo rivolto a una donna non per maschilismo ma perchè le donne sono spesso troppo serie, avendo avuto il dono e l'onere della riproduzione della specie e dell'allevamento dei figli. Una donna dopo che ha avuto dei figli è seria per contratto. Quindi una buona dose di vacuità non farebbe male. Così, anche nelle relazioni umane, a casa, al lavoro, in giro per negozi, forse si troverebbero più facce rilassate e meno sguardi coperti da occhiali scuri.

Per contro noi maschietti la vacuità la pratichiamo troppo spesso in tutti i momenti della nostra vita e questo le donne ce lo rinfacciano spesso e a ragione. C'è chi della vacuità ha fatto una bandiera, un modus vivendi. Una persona che conosco (e purtroppo non è l'unica dalle nostre parti), non solo si vanta di percepire uno stipendio per non fare assolutamente nulla, ma pratica la vacuità sul posto di lavoro per tutta la durata del servizio con coscienza e dedizione. Sguardo rivolto nel nulla, seduto su una sedia, non fa seriamente nulla per tutta la giornata. Le uniche due cose che lo distolgono sono il sesso (praticato a mio avviso solo a livello di bricolage) e le barzellette (sempre naturalmente a sfondo sessuale) .
Morale: praticare la vacuità intesa come futilità superficiale, frivola, insulsa, purchè assunta in dosi moderate potrebbe essere una terapia antistress utile per molte colleghe (e perchè no anche per qualche collega).
Nel mio piccolo anch'io, nel dedicarmi a questo blog, pratico la vacuità con discreto successo.
Commenti s'il vous plaît.

giovedì 2 ottobre 2008

Salutino

Piccolo saluto a Ylenia e Daniele. Ho esaudito le loro richieste per cui in fondo troverete le canzoni richieste. Chiudo subito perchè ho una cena con colleghi e mi devo sbrigare. Lasciate un messaggio o voi che entrate! (citazione da Dante Alighieri).

mercoledì 1 ottobre 2008

Ca bouge

ça commence à aller, comincia a funzionare per come pensavo. Grazie a Andrea, Fefè,Rita Daniele e Mikela (una mia prossima alunna) per le gentili parole e per i messaggi affettuosi lasciati. Ringrazio anche i due anonimi anche se penso di averli individuati. Rispetto la loro volontà di anonimato anche se è bello anche farsi riconoscere da tutti perchè non c'è nulla di male.
Quelli che latitano purtroppo sono gli adulti ma bisogna giustificarli perchè primo non ne capiscono una mazza di computer secondo sono troppo impegnati per perdere tempo con il cazzeggio puro. Io però sono fiducioso, tengo duro e aspetto loro notizie che prima o poi verranno.

Novità? Forse un pensiero sulla notte. Non sono un grande estimatore della notte anche se ha un certo fascino lo riconosco. Ma conosco anche il sapore, l'odore e i colori della mattina presto. Quando ero più giovane e con le figlie si andava in estate in montagna, mi svegliavo presto la mattina e mentre tutti dormivano mi incamminavo nel bosco alla ricerca di odori e profumi. Ricordo perfettamente le piccole fragole raccolte sul bordo dei sentieri. Non perdevi l'inizio del giorno. Non è la stessa cosa se lo si vive dopo una notte di sbattimenti.
Commenti please.
Raccolgo suggerimenti di Andrea e Fefè per cui ci sono novità nella playlist. Profitez-en.
Bonne nuit. Have a nice night. Buena noche.