L'ultima che mi è capitata è veramente comica, grottescamente comica.
Non so se vi è mai successo di recarvi, sicuramente per motivi poco piacevoli, presso l'ufficio del comune di Palermo preposto ai Servizi Cimiteriali della città ed allocato in via Lincoln nell'ex Palazzo Barone.
Di per sé l'approccio ai locali è quanto meno indicativo di come (non) siano gestiti i servizi pubblici in città. Appena messo piede nei locali della soi-disante reception trovi tre, quattro, cinque (o più) persone (l'accoglienza) che sono incaricati di indirizzarti presso l'ufficio più idoneo a risolvere il tuo caso. Sarebbero incaricati, si dovrebbe dire poiché alla domanda "Scusi dove devo andare per..?" loro ti rispondono con sicurezza: "Dovrebbe essere al secondo o al terzo piano; lei vada al terzo e chieda, casomai, a scendere tutti i santi aiutano!"
Seguo il suo consiglio e vado al terzo piano dove vengo stoppato da un semienergumeno il quale mi apostrofa: "Desidera". Ricomincio con la tiritera precedentemente licitata a piano terra ma quello non mi lascia concludere dicendo "No, non è qua. Vada al piano di sotto". Insisto: "Veramente non avevo finito di parlare". Replica scocciato. "Non è qua, le dico. Vada al piano di sotto". Mestamente guadagno le scale e scendo di un piano dove trovo un omologo dell'energumeno di sopra il quale mi arresta col solito marchio di fabbrica (fanno ore e ore di corsi di formazione per questo): "Desidera?". Reitero la mia pappina che, more solito, il de cuius non mi lascia finire: "Chi l'ha mandata?". Mi ripeto: "Mi hanno detto al terzo piano che devo venire qui". Pausa di riflessione. "Ma è sicuro?" continua il tipo? Resto alquanto interdetto: "Mah veramente!". Non mi lascia concludere. "Vada in fondo al corridoio e veda lei". Abbandonato a me stesso vago nei meandri degli uffici dove anime in pena mi incrociano con sguardi smarriti. Impiegati? Visitatori? Camerieri di bar? Non lo saprò mai.
In fondo al corridoio vedo due persone che sostano davanti ad una porta. Propongo l'ennesima richiesta che oramai ho quasi memorizzato come fosse l'unica battuta di una recita da oratorio.
Questa volta l'addetto sembra meno scortese del solito. Mi ascolta per "intiero" (direbbe la buon anima di Mike Bongiorno) poi mi dice: "Venga con me" e mi accompagna da un impiegato posto dietro uno sportello e gli spiega il fatto. Premetto che nell'ufficio siamo solo io, lui e l'usciere. Nessuno visitatore per un raggio di 100 leghe. L'impiegato fulmina con lo sguardo l'usciere poi alza gli occhi in direzione dell'orologio che segna ore 11 e45. L'ufficio chiude al pubblico alle ore 12 e 30. "All'ora di chiusura t'arricampi", dice scocciato all'usciere.
Alle ore 12 e 15 dopo mezz'ora di spiegazioni dettagliate l'impiegato riesce a capire di cosa si tratta, quindi mi dice: "La cosa è piuttosto lunga. Deve riempire questo modulo .". "Tutto qui?" faccio io. "Si, solo questo modulo, con alcuni dati, giusto per avere alcune informazioni." Un po' interdetto gli faccio."Ma lei mi ha detto che ci vuole molto tempo". "Per compilare il modulo ci vuole solo qualche minuto. E' l'iter burocratico che è molto lungo". Poi avvicinandosi a me, quasi a rivelarmi un segreto: "Sa, qui ai Servizi Cimiteriali ci sono molti tempi morti!"
E poi dicono che gli impiegati non hanno il senso dell'umorismo
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