Nell'edizione del 1990 del festival di Sanremo accadde un fatto straordinario. Ai concorrenti italiani vennero affiancati artisti di fama internazionale, giusto per consolidare le performance dei cantori italici. Tra gli ospiti illustri ci fu anche il grande Ray Charles, noto anche col nomignolo "The Genius". Il cantante, diventato cieco quando era adolescente a causa di una malattia, venne affiancato a Toto Cotugno, come dire far giocare in coppia Nadal e un giocatore di terza categoria vincitore del torneo di tennis di Pezzingoli, con montepremi una cassa di birra Castello di Udine.
Il buon Cutugno ce la mise tutta per cantare al meglio la canzone che lui stesso aveva composta. Poi venne il momento del vecchio cantante che all'epoca aveva 60 anni anche se ne dimostrava almeno 10 di più, forse a causa di una vità vissuta in modo un pò esagerato come direbbe il Vasco. Il risultato finale è nel filmato che segue. Le due performances si susseguono; non è necessario che voi ascoltiate per intero il brano cantato da Cutugno; una buona metà può bastare per capire come era stata concepita dall'autore il brano nella sua stesura originaria. Andate poi oltre il 4° minuto e assaporate, centellinandola, l'interpretazione di Ray Charles.
Partendo dalle stesse note (o quasi), arriviamo a due risultati opposti. Ma quello che più conta è l'emozione che l'interpretazione di Charles ci trasmette, facendoci sognare. E' come se Ray avesse rivoltato la canzone, come accade con un indumento double face, mostrando la faccia nascosta della musica. Le note, il ritmo, erano là ma l'interpretazione le ha personalizzate, incorporandole in uno stile unico, personale, emozionale. Una piccola magia fatta da "The Genius" che, come la fatina della fiaba, ha trasformato la piccola serva in una bellissima principessa.
Il buon Cutugno ce la mise tutta per cantare al meglio la canzone che lui stesso aveva composta. Poi venne il momento del vecchio cantante che all'epoca aveva 60 anni anche se ne dimostrava almeno 10 di più, forse a causa di una vità vissuta in modo un pò esagerato come direbbe il Vasco. Il risultato finale è nel filmato che segue. Le due performances si susseguono; non è necessario che voi ascoltiate per intero il brano cantato da Cutugno; una buona metà può bastare per capire come era stata concepita dall'autore il brano nella sua stesura originaria. Andate poi oltre il 4° minuto e assaporate, centellinandola, l'interpretazione di Ray Charles.
Partendo dalle stesse note (o quasi), arriviamo a due risultati opposti. Ma quello che più conta è l'emozione che l'interpretazione di Charles ci trasmette, facendoci sognare. E' come se Ray avesse rivoltato la canzone, come accade con un indumento double face, mostrando la faccia nascosta della musica. Le note, il ritmo, erano là ma l'interpretazione le ha personalizzate, incorporandole in uno stile unico, personale, emozionale. Una piccola magia fatta da "The Genius" che, come la fatina della fiaba, ha trasformato la piccola serva in una bellissima principessa.
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