domenica 15 novembre 2009

Il processo corto, anzi cortissimo

Si discute tanto in questi giorni dei tempi della giustizia, che sarebbero troppo lunghi.
Sette, otto o più anni per avere uno straccio di sentenza sono troppi, veramente troppi!
Eppure, nel mio piccolo, anch'io penso di poter contribuire alla soluzione del problema anzi sono certo di aver trovato un modo quasi scientifico per concludere positivamente e rapidamente un processo attribuendo all'imputato la giusta colpa o viceversa assolvendolo definitivamente in caso di innocenza.
Il giudice dovrebbe limitarsi a chiedere all'imputato: "Mi faccia ascoltare la suoneria del suo telefonino!". A mio parare questo è un metodo infallibile. Personalmente riuscirei a dare persino l'ergastolo in modo semplice e veloce, senza l'ausilio di complicate indagini e senza fare ricorso al R.I.S. o alla scientifica. Il semplice ascolto delle diverse suonerie sarebbe un indizio certo della colpevolezza o meno dell'imputato.
"Lei, mia cara signora meriterebbe, per la sua suoneria, una cinquantina di frustate da somministrare in Piazza Politeama la prima domenica del mese di Giugno"; pensate che libidine! Quanta gente alla gogna a causa di quei trilli sparati all'impazzata ovunque anche in mezzo a pubbliche assemblee o peggio ancora a teatro.
Non parliamo poi se la persona in oggetto è una donna over sessanta che riceve in pubblico una chiamata. In primo luogo la difficoltà è quella di ritrovare celermente l'oggetto che, 999 volte su 1000, è allocato nell'angolo più recondito della borsa, esattamente all'opposto di dove la suddetta sta attualmente ravanando alla sua forsennata ricerca, anche quando tale borsa è una piccola pochette di 15 cm x 10. E anche ammesso che la signora riesca a impossessarsi dell'attrezzo trillante, che fa? Lo spegne? Ma non le passa neppure per l'anticamera della cervice. Avvicina lo schermo al viso per vedere chi chiama, ma essendo attempata non vede una mazza per cui lo allontana e lo avvicina a mò di danza per almeno una mezza dozzina di volte, anche se continua a non vedere una mazza, mentre tutti i presenti si godono, sparata al massimo del volume, "La Paranza" di Danieli Silvestri che la nipotina di 8 anni le ha messo come suoneria, infliggento così a tutti una tortura non richiesta. Ma nonostante tutto la signora in oggetto non demorde affatto e accetta la telefonata anche se non sa chi è e siccome è anche un pò sorda incomincia a urlare "Pronto, chi sei? Come? No, non posso parlare! Sono a teatro! Si l'Amleto, il monologo sì lo sta recitando proprio ora. No, veramente l'attore non mi pare tutto questo gran chè".
Ebbene che pena attribuireste alla suddetta? Perlomeno 5 anni di arresti domiciliari senza condizionale e senza uso del cellulare con obbligo di firma in commissariato in concomitanza con tutti gli spettacoli teatrali prodotti nella sua città!
Non ci possono essere dubbi; le suonerie forniscono indizi inconfutabili su quello che siamo, sulla nostra cultura e sul nostro modo di essere per cui possono offrire un valido sostegno al lavoro del giudice.
Se, ad esempio, la mia collega I.L.P. dovesse per caso essere coinvolta in qualche processo, sarebbe subito scagionata. Anzi, il giudice, nell'ascoltare la sua suoneria così si esprimerebbe:
"Lei è scagionata da qualsiasi accusa passata, presente e futura, e d'ora in poi godrà di un'immunità perenne che Berlusconi si sognerebbe la notte di possedere. Sentita la sua suoneria sentenzio che è assolutamente impossibile che lei possa mai delinquere. E la mia convinzione è ancor più sostenuta da alcuni altri indizi secondari che confermano e rafforzano la mia decisione, non ultime le babucce orientali che lei attualmente indossa!!"

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