sabato 12 settembre 2009

Colpo di coda

Ieri ricevo una telefonata dal mio amico G, quello della barca grande ma talmente grande che a poppa ha realizzato un campo di calcio a 11. Ebbene verso le 12 ricevo una sua chiamata e mi chiede se me la sentivo di accompagnarlo a fare un giro in barca: "Ci facciamo un bagnetto e poi ci arricampiamo" mi fa. Gli è dato di volta il cervello penso tra me e me; ero stato il giorno prima al Roosevelt, dove tengo la barca (piccola ma very piccola) e vi assicuro che il mare era veramente brutto. Gli chiedo se era sicuro che le condizioni del mare (o le sue mentali) permettessero un'uscita e mi fa: "Il mare è una tavola". Gli credo sulla parola e ci diamo appuntamento per le 14,00 anche per evitare di lasciarlo da solo visto che da un momento all'altro le condizioni del mare avrebbero potuto avere un'evoluzione decisamente pericolosa.
Comunque sia ore 14,30 lasciamo il porticciolo di Mondello dove lui (very più ricco di me) tiene il mostro; mare OK, abbastanza piatto ma sole latitante. Si va verso Capo Gallo e appena doppiato il faro scopriamo che dall'altra parte il mare è ancora più piatto. Da bravi maschietti, approfittando dell'assenza delle nostre rispettive consorti ci diamo alla velocita (e il mare lo consentiva davvero). In qualche attimo arriviamo all'isolotto là dove di solito il mare è un miscuglio torbido di correnti. Incredibile: oltre ad essere piatto il mare si presenta cristallino e trasparente, in assoluto il migliore della stagione, e ci consente di vedere il fondo là dove di solito la poseidonia e il vortice delle correnti impediscono di intravvedere i fondali. Nemmeno ci attacchiamo ai gavitelli, lasciando la barca allo scarroccio, ma quella sembra non accorgersene e resta lì quieta e placida mentre noi, tuffati in un'acqua al giusto frescolina, ce la portiamo a spasso come se fossimo tornati bambini nella bagnarola di casa.
Il sole continua a latitare, in lontananza si affaccia un fronte denso e scuro di nubi. Dai, si torna e di fretta se non vuoi buscarti la tempesta. Altra scorribanda a 40 nodi o giù di lì e torniamo in porto giusto in tempo per evitare il cataclisma che di li a poco si sarebbe scatenato su di noi.
Strano il mare. Soprattutto imprevedibile, nel bene e nel male. Ma bisogna saperlo cogliere nel momento giusto ed essere pronti a afferrare i suoi strani colpi di coda, pronti però a garantirti il ritorno. Si potrebbe dire "Carpe marem".

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