sabato 14 marzo 2009

Wanna Marchi

Riflettendo sulla vicenda Wanna Marchi, quello che mi inquieta è il fatto che il nostro è un paese in cui nessuno si sente colpevole di nulla. Non esistono colpevoli in Italia. Sono rarissimi i casi in cui qualcuno afferma la propria colpevolezza per un crimine commesso. Hai travolto una vecchia al semaforo e ti hanno colto sul fatto? E' colpa del semaforo che non era visibile. Eri ubriaco? E' colpa del barman che ti ha versato troppi superalcolici. Eri fumato? Lo spacciatore ti ha fornito roba scadente. Male che vada il tutto è attribuibile ad un'infanzia disgraziata perchè cresciuto in un ambiente familiare ostile datosi che tuo padre, imprenditore da 100 milioni di euro l'anno, all'età di tre anni ti impedì di strangolare la nonna causando quindi in te un trauma dal quale non ti sei più riavuto.
Giuro che se qualcuno si accusa di un crimine senza accampare scuse di alcun genere, si costituisce dopo aver parlato a lungo col suo avvocato, e poi il giorno dopo non ritratta dicendo di essere stato frainteso, giuro che chiedo la sua scarcerazione in quanto esemplare unico di una razza in via d'estinzione.

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